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CHE DISTURBI PUÒ DARE UNA MALOCCLUSIONE?

 

Per malocclusione si intende il mancato allineamento tra l’arcata dei denti superiore e l’arcata dei denti inferiore, per cui la bocca non si chiude correttamente.

Dato che possiamo chiudere la bocca unicamente nella posizione in cui i nostri denti superiori e inferiori si “incastrano” gli uni con gli altri ne consegue che la posizione in cui noi chiudiamo la bocca è determinata dalla posizione dei nostri denti.

Pertanto in presenza di una malocclusione è possibile che la mandibola (parte inferiore) assuma una posizione rispetto alla mascella (parte superiore) che non sia la più confortevole per le articolazioni temporomandibolari e per la muscolatura del viso e del collo.

La mandibola potrebbe quindi trovarsi troppo in avanti, troppo indietro, o spostata lateralmente rispetto alla occlusione corretta ed ogni tentativo per raggiungere la normocclusione risulterà impossibile. Nel caso ad esempio in cui la mandibola si collochi indietro rispetto al normale, per raggiungere l'occlusione corretta dovrebbe quindi spostarsi in avanti, ma in questa posizione toccherebbero tra loro solo i denti anteriori e i posteriori rimarrebbero non a contatto. Non avremmo cioè una occlusione stabile. Per raggiungere la posizione stabile la persona sarà costretta a riportare la mandibola indietro fino a far toccare anche i molari, tornando in situazione di malocclusione.

Poiché la mandibola si articola con il cranio tramite le sue due porzioni finali, dette condili mandibolari, se la posizione dei nostri denti è causa di una spostamento ad esempio della mandibola indietro rispetto al normale, anche i condili si sposteranno indietro, determinando un alterato funzionamento di entrambe le articolazioni temporo-mandibolari, con probabili infauste conseguenze.

Oltre alle già citate divergenze rispetto alla corretta occlusione che possono verificarsi in senso antero-posteriore o laterale sono possibili anche  discrepanze in senso verticale.

Alcune persone hanno infatti il morso più ”chiuso” rispetto a quello che dovrebbe essere, o perché i denti sono più corti (per usura oppure per una ridotta eruzione), o perché sono molto inclinati, o perché sono mancanti (estrazioni).

Una situazione di questo tipo ha un effetto sconveniente sulla posizione della testa che tenderà a spostarsi in avanti, e sulla forza dei muscoli masticatori che potrà ridursi fino al 60% del valore originario.

Solo in condizioni di normocclusione la testa si trova in equilibrio sulle spalle ed i muscoli del collo non fanno alcuna fatica a sorreggerla.

Quindi se, a causa di una malocclusione, la testa si sposta in avanti i muscoli del collo saranno costretti ad un superlavoro per sorreggerla, aumentando l’affaticamento muscolare e determinando anche possibili alterazioni della postura generale del nostro corpo.

In conclusione l'occlusione determina la posizione dei condili dell’articolazione temporo-mandibolare e, se ottimale, determina un corretto funzionamento delle articolazioni temporo-mandibolari ed un’azione dei muscoli masticatori armonica con conseguente minimo sforzo muscolare (occlusione miocentrica).

 

In situazioni di malocclusione, determinandosi un'alterata posizione dei condili mandibolari, si verificherà una alterata funzionalità delle articolazioni mandibolari e contemporaneamente sarà presente un eccessivo sforzo dei muscoli masticatori e del collo.

Tra le cause della malocclusione il fattore genetico è molto importante tuttavia le abitudini viziate, la mancata cura dei denti del paziente o le terapie odontoiatriche errate possono aggravare il problema e farlo insorgere.

Per fattore genetico intendiamo la tendenza ereditaria delle ossa a crescere in modo anomalo (ad esempio la mandibola può crescere troppo o troppo poco) oppure la presenza di muscoli troppo o troppo poco tonici. 

Per abitudini viziate intendiamo la postura scorretta assunta durante il lavoro e lo studio oppure, nei bambini il succhiamento del pollice o l’utilizzo prolungato del ciuccio.

 

La trascuratezza del cavo orale, generando una perdita di denti  può causare anch'essa importanti malocclusioni. Uguale risultato lo provocherà la tendenza di alcuni pazienti a non curare i propri denti ma ad estrarli, senza poi rimetterli.

 

Purtroppo anche terapie odontoiatriche o ortodontiche errate spesso sono causa di malocclusione. 

Un ponte o una corona eseguiti “troppo bassi”o "troppo alti", alterano l'equilibrio funzionale della bocca.

Estrarre un dente senza proporne la sua sostituzione è, in genere, l'origine di un processo che porta alla malocclusione.

Allestire una protesi fissa circolare su impianti senza curare con attenzione i movimenti della mandibola durante la masticazione potrà causare danni all'occlusione.

Estrarre i denti da latte precocemente senza mettere un mantenitore di spazio significa predisporre il bambino a un sovraffollamento della dentatura definitiva con eventuale malocclusione.
Una cura ortodontica che riporta i “denti dritti” in una persona in cui i “denti storti” rappresentavano un adattamento funzionale di gravi problematiche alla colonna vertebrale significa mandarlo in scompenso con un probabile peggioramento della patologia alla schiena.

 

La malocclusione può manifestarsi nei più svariati modi e con sintomatologie a volte anche molto gravi ed invalidanti: 

  • dolori all’articolazione temporo-mandibolare

  • acufeni, vertigini e senso di ovattamento alle orecchie

  • cefalee

  • emicranie

  • dolori cervicali

  • tensioni muscolari alla mascella, al collo e alle spalle

La terapia di queste complesse situazioni si ottiene con il raggiungimento dell’equilibrio occlusale (normocclusione) mediante terapie che si avvalgono di apparecchiature funzionali individualizzate (ortotico), previo un accurato studio occlusale con sofisticate apparecchiature computerizzate (Kinesiografia).

In altre situazioni più semplici (es. bruxismo) la cura può consistere nel solo svincolo dalla mandibola da posizioni errate utilizzando apparecchiature funzionali meno complesse (bite).

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