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L’occlusione  è il rapporto che intercorre fra le superfici masticatorie dei denti mascellari e quelle dei denti mandibolari quando la bocca è serrata. L’occlusione, se corretta, è una situazione molto stabile e la più confortevole per la muscolatura del viso e del collo e per le articolazioni temporomandibolari (le articolazioni che agganciano la mandibola al cranio).

Qualunque situazione al di fuori di questa è considerata patologica e sconveniente per il funzionamento dell'apparato stomatogantico.

Esistono purtroppo abitudini viziate, in particolare il succhiamento del ciuccio o del dito e la respirazione orale, che nel bambino sono in grado di influenzare negativamente l’occlusione dentaria modificando l'accrescimento del viso e della bocca.
Eliminare le abitudini viziate può determinare il ritorno ad una occlusione normale: è quindi necessario individuarle il più precocemente possibile per evitare danni permanenti che richiederanno terapie ortodontiche complesse e di durata più lunga.

 

Il succhiamento del ciuccio o del dito, in particolare, è un'abitudine estremamente frequente nel bambino. Ha inizio molto precocemente, prima della nascita, e spesso si esaurisce spontaneamente, verso il secondo anno di vita.

L'abitudine al succhiamento in questi anni specifici è considerata una fase normale dello sviluppo neuromotorio del bambino; se invece questa dovesse continuare nel tempo potrebbe essere interpretata come un comportamento anomalo legato ad alterazioni della sfera affettiva (ad es. la nascita di un fratellino), o a situazioni indesiderate e da stress. In altri casi potrebbe invece semplicemente rappresentare un vizio comportamentale senza cause apparenti.
Il succhiamento del ciuccio generalmente tende spontaneamente a cessare in epoca relativamente precoce, mentre più problematico risulta il succhiamento del dito poiché potrebbe essere un'abitudine che tende a perdurare in un numero relativamente elevato di bambini, soprattutto di sesso femminile.

Oltre ai due tipi di succhiamento sopra descritti il bambino può metterne in atto altri come quelli di oggetti di facile reperibilità (ad esempio il lenzuolo, la coperta, un pupazzo).
Il succhiamento protratto nel tempo può essere causa di numerosi problemi quali la mancanza di contatto dei denti frontali, eventuali problemi nel pronunciare i suoni o nella masticazione con l’instaurarsi di malocclusioni.
L'approccio con questi piccoli pazienti deve essere molto sereno e richiede un'attenta valutazione del suo profilo psicologico per poter individuare il momento e il modo più adatti alla correzione del comportamento anomalo.

Generalmente il momento ottimale per rimuovere questa abitudine è intorno ai 3 anni di vita, soprattutto nel periodo estivo, quando il desiderio di succhiare può più facilmente essere rimosso dai giochi all'aperto.
Per tentare di rimuovere il succhiamento del dito in particolare si consiglia di:
- ricercare rinforzi positivi (ad es. il bambino riceverà un premio quando non succhia);
- ridurre la gradevolezza del succhiamento (ad es. applicare una tintura amara sul dito, far indossare un guantino di lana sulla mano, ecc.);
- applicare dispositivi fissi intraorali che rendano meccanicamente impossibile il succhiamento.

 

Un’altra alterazione funzionale viziata è costituita dalla respirazione orale, responsabile della costituzione di un palato alto e stretto in cui i denti permanenti non avranno lo spazio per allinearsi in modo corretto.

Il bambino respiratore orale è spesso riconoscibile per alcune caratteristiche fisiche tipiche: labbra screpolate, occhiaie, naso stretto.

In questi casi è necessario che il pediatra invii il bambino dall’otorinolaringoiatra per individuare ed eliminare le cause del mancato utilizzo del naso in modo da ripristinare una corretta respirazione.

Ugualmente indicato potrebbe essere l’intervento del dentista per espandere il palato.

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